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Il Vescovo in visita al Circolino, un luogo di scambio reciproco


È questo l’augurio che nel pomeriggio di mercoledì 7 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha rivolto ai giovani studenti del Circolino, una realtà nata per guidare i giovani nello studio, ma di fatto un luogo sano di incontro e di scambio reciproco. “La vita è così - ha sottolineato il Vescovo parlando ai ragazzi - c’è una parte in cui si riceve e poi una in cui bisogna dare. Se non ci fossero state quelle persone che vi hanno dedicato tempo, competenze, pazienza e tenacia, voi oggi sareste diversi. La ricompensa più bella non è il denaro, ma la soddisfazione di vedere che qualcuno, anche grazie a voi, riesce a crescere in umanità, essere attratto da cose nuove. Non ci sono soldi che ripaghino tutto questo”.
Ogni giorno una sala della parrocchia di Santa Maria in Torricella si riempie di volontari, docenti, ex docenti, ma anche persone provenienti da altre professioni, che aiutano gli studenti delle scuole medie e superiori a svolgere i compiti, con un rapporto uno a uno.

Le domande dei ragazzi a mons. Cevolotto

Gli studenti sono tutti stranieri o italiani di seconda generazione e molti di loro hanno difficoltà con la lingua italiana. La visita di mons. Cevolotto è stata, per loro, l’occasione per scoprire una realtà sconosciuta: con la schiettezza propria della giovane età, i ragazzi hanno posto alcune domande: “Che lavoro fa?”, “Come si diventa Vescovo?”, “Che lavoro faceva prima?”, “Che potere ha il Vescovo?”, e mons. Cevolotto ha cercato di rispondere alle curiosità utilizzando, non senza un pizzico di difficoltà, esempi e parole semplici. “Abito in una casa non piccola che si trova nei pressi di piazza Duomo - ha detto - Le mie giornate passano fra pregare, incontrare persone, visitare le parrocchie, celebrare la messa e tante altre attività. Il Vescovo è il punto di riferimento dei preti del territorio, che si chiama diocesi, ma anche di tante associazioni e tanti laici. Un giorno ho sentito una chiamata da parte del Signore, quindi, ho studiato in seminario e dopo un po’ di tempo sono diventato sacerdote. Ho svolto diverse attività, ho guidato una parrocchia, poi sono stato l’aiutante del Vescovo di Vicenza, la mia città. Alcune persone hanno pensato che io fossi pronto per diventare Vescovo, e quindi l’hanno segnalato al Papa che, dopo essersi informato bene, mi ha nominato Vescovo di Piacenza e Bobbio”. Sul potere del Vescovo, mons. Cevolotto ha risposto: “Mi è stato affidato il compito di guidare la vita della comunità, che è la diocesi. Il potere più straordinario che possiedo è quello legato alla nostra fede, cioè amministrare i sacramenti: ho ricevuto un dono prezioso, che è quello di trasformare il pane e il vino nel corpo e sangue di Gesù”.

“Il pregiudizio ci impedisce di arricchire la nostra vita”

Un ragazzo ha chiesto a mons. Cevolotto di ricordare una persona rimasta impressa nella sua memoria. “Ho incontrato tantissime persone belle - risponde il Vescovo - una volta conobbi un ragazzo di nome Davide, affetto da autismo e sindrome di Down, mi cercò perché voleva ricevere i sacramenti. Davide riusciva a comunicare solo attraverso il computer, conoscendolo ho scoperto una miniera d’oro. A volte noi giudichiamo le persone senza conoscerle, e così ci perdiamo degli incontri che possono cambiare la nostra vita. Ciò che dobbiamo fare è avere pazienza e amore a sufficienza per aiutarci a vicenda a tirar fuori qualcosa di bello dall’altro. Ho conosciuto anche papa Giovanni Paolo II: è difficile dimenticare il suo sguardo penetrante. Una volta venne nella mia diocesi e pranzammo insieme: stavo vivendo un’esperienza unica, ma la compagnia di quel Papa era talmente bella che mi sentii assolutamente a mio agio”.

“Non ero portato per lo studio, il Circolino mi ha aiutato”

Mahmoud Elbendari, egiziano, da cinque anni frequenta il Circolino. “All’inizio non mi piaceva - confessa - lo trovavo noioso, ma poi mi sono abituato, ho conosciuto delle belle persone e la mia idea è cambiata. Adesso vengo qua non solo per studiare ma soprattutto per stare insieme agli altri”. Bassem Elselyed, nato in Italia da genitori egiziani, è al primo anno della scuola media Dante Alighieri e da due mesi al pomeriggio va al Circolino per svolgere i compiti. Poi c’è Brian Lecini, sempre alla Dante ma al terzo anno, che afferma: “Non ero portato per lo studio, se ora le cose vanno bene è grazie al Circolino”. Per le superiori, da quest’anno esiste un sistema di prenotazione per garantire la presenza di un educatore competente nelle specifiche materie di studio. “Rimaniamo stupiti - racconta Anna Pizzi, docente in pensione - nel vedere ragazzi che arrivano svogliati e poi cambiano completamente atteggiamento. Si siedono e si lasciano aiutare”.

20 liceali “tutor” grazie ai Pcto

Rasha Mohamed è in quarta all’istituto Casali e, contemporaneamente, fa la volontaria con la Croce Rossa e frequenta il corso per Operatori sociosanitari. “Sono arrivata in Italia otto anni fa dall’Egitto e quasi subito ho scoperto questa possibilità. Grazie al Circolino ho imparato in tempi brevissimi a parlare, leggere e scrivere in italiano". Wafi Abouelmati, al secondo anno dell’Isii Marconi, è alle prese con gli esercizi di chimica quando il Vescovo fa il suo ingresso nel salone. “L’anno scorso sono stato rimandato, grazie agli educatori che mi hanno seguito sono riuscito a superare gli esami di riparazione”.
Al suo fianco c’è Sara Zagari, al quinto anno del liceo Colombini indirizzo biomedico, che fa da ‘tutor’ nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto): da quest’anno, grazie a un’intuizione del professor Mauro Monti, preside in pensione, esiste un progetto in collaborazione con i licei Gioia e Colombini che porta venti ragazzi e ragazze a dedicare il proprio tempo alle necessità scolastiche dei ragazzini. Insieme a Sara c’è anche Anesa Krusko, che racconta di aver trovato un ambiente amichevole e affettuoso: davanti a lei Jalila è alle prese coi compiti di aritmetica di seconda media.

Altre attività in oratorio

L’ampiezza dei locali permette all’oratorio di Santa Maria in Torricella di ospitare diverse associazioni, fra cui la Cicloamatori Turris: uno dei fondatori, Angelo Negri, ha voluto omaggiare il vescovo mons. Adriano Cevolotto (anche lui amante della bicicletta, come ha dichiarato) con una copia del suo libro “Quarant’anni in Turris”, che racconta la storia dell’associazione. Il ricavato – specifica l’autore – è stato interamente devoluto in beneficenza alla parrocchia di San Giuseppe Operaio.

Francesco Petronzio

Nelle foto: in alto, Il vescovo mons. Adriano Cevolotto, Pietro Merlini (educatore del Circolino) e Rasha Mohamed (studentessa); sopra, il Vescovo con Angelo Negri.

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